Quando sta per arrivare un fratellino
Frequentemente mi capita di incontrare mamme che aspettano il secondo figlio, raramente il terzo e molto raramente il quarto. Il pensiero dei genitori in attesa di un nuovo bambino, va sempre a quelli che già sono a casa, a come accoglieranno il piccolo, se sopporteranno la gelosia nei confronti del nuovo arrivato.
E quando la gravidanza è iniziata da poche settimane i genitori mi domandano quali potrebbero essere il momento e il modo migliore per comunicare ai loro bambini l’arrivo di un fratellino. La maggior parte delle coppie di genitori rivela al bambino piccolo (2 o 3 anni) il «dolce segreto» quando la gravidanza è ormai avanzata e il pancione comincia ad essere evidente; molto probabilmente il bambino avrà già avvertito che qualcosa di strano e di diverso dal solito è nell’aria, anche se non è riuscito a comprendere cosa sia.
In questo caso, avvertirà una preoccupazione interiore che potrebbe portarlo a fantasie poco piacevoli, a volte preoccupanti e addirittura spaventose. Tanti anni fa, lavorando nella scuola, ricordo una bambina di 9 anni, una di quelle brave, buone e simpatiche che, per un po’ diventò irriconoscibile: litigava con tutti i compagni e non sorrideva più. Le colleghe ed io non riuscivamo a spiegarci un così grande cambiamento fino a quando, una mattina, arrivò eccitata e disse che la sua mamma aspettava il quarto fratellino.
Da quel momento Margherita ritornò ad essere quella bambina che conoscevamo. Credo che, nel momento in cui la gravidanza non è più a rischio di interruzione, sia il caso di darne comunicazione al bambino che ha più di tre anni, mentre se il bambino è molto piccolo, allora forse si può aspettare che il pancione sia evidente per cominciare a raccontare la storia del fratellino che nascerà. È vero che il periodo dell’attesa di un fratellino o di una sorellina può sembrare molto lungo per un bambino, ma lasciargli il tempo di immaginare il nuovo fratellino e fantasticare insieme alla mamma e al papà su come sarà il suo futuro, sui giochi che farà con lui o con lei, lo aiuterà ad elaborare dentro di sé sentimenti a volte un po’ «scomodi». Il bambino avrà così il tempo di provare ad essere anche capriccioso, insopportabile, impegnativo e contemporaneamente rassicurarsi che sarà comunque amato dai suoi genitori. Ricordo Riccardo di tre anni che, alla domanda degli adulti su come sarebbe stato il fratellino e che giochi avrebbe fatto con lui, rispondeva: «…io non lo voglio… tanto lo chiudo nell’armadio…». Quando il bambino è libero di esprimere le proprie fantasie raccontandole o rappresentandole con il gioco, questo assicura il suo sviluppo immaginativo e lo aiuta ad affrontare e riconoscere la realtà.
I giochi che farà potrebbero essere relativi all’attesa del fratellino e non necessariamente saranno rappresentati con un bambolotto; potrebbero avere come contenuto l’attesa, la novità, la sorpresa rap-presentati con oggetti diversi. Vorrei ricordare che i bambini riescono a giocare con qualsiasi cosa, per fortuna!
Il bambino poi avrà bisogno di essere preparato a pensare che il neonato non potrà subito giocare con lui, che dormirà molto, mangerà probabilmente dalla mamma e piangerà spesso così come faceva lui quando era piccolo piccolo. Potrebbe essere questa una nuova occasione per raccontare al bambino la sua storia utilizzando le fotografie dei suoi primi mesi di vita. I bambini amano sentire raccontare la loro nascita dai genitori, gli aneddoti e quei piccoli fatti accaduti che restano nella storia di ogni famiglia rendendola unica. Inoltre, per quanto siano piccoli, i bambini che aspettano la nascita di un fratellino vivono pienamente l’attesa attraverso la loro mamma, di cui percepiscono tutti i cambiamenti sia fisici che emotivi. Ricordo un bambino di 16 mesi che, aiutando la mamma a spalmare di crema il pancione (il mio) oramai arrivato al massimo del suo sviluppo, allargò le braccia ed esclamò : «…mamma pum…!!!».