Donare il futuro
Ci sono storie che condividiamo perché raccontano un modo diverso di vedere la propria vita e il mondo.
M.L. ha vissuto in prima persona un percorso terapeutico particolare, e sa quanto il lavoro di A.B.C. di assistenza, accoglienza, sostegno emotivo e psicologico sia importante nella vita di chi tocca con mano un’esperienza del genere.
Ha scelto di sostenere l’Associazione con un lascito, per lasciare un’impronta dopo di sé e donare per sempre il futuro ai piccoli pazienti.
Ecco alcune domande che le abbiamo fatto, per comprendere meglio le ragioni della sua lungimirante scelta di ricordare l’Associazione nel proprio testamento.
Come ha conosciuto A.B.C.? Si ricorda la prima volta che ha sentito nominare l’Associazione?
Ho sentito parlare la prima volta di ABC verso il 2008; collaboravo allora con Vita Nuova – il giornale della Diocesi- tenendo una rubrica sul verde.
Data la sua grande apertura al sociale vi erano spesso articoli che, grazie ad interviste, raccontavano le attività del volontariato che anima il cuore della città di Trieste.
Nella vita capita di avere degli indicatori di rotta, campanelli interiori che cercano di risvegliare la parte più bella di noi, nascosta e misteriosa…Quel messaggio letto tra le righe era chiaro, sentivo che quel seme avrebbe potuto germogliare in me nel tempo.
Cosa l’ha colpita in particolare del lavoro dell’organizzazione?
In quell’intervista Giusy Battain, fondatrice dell’Associazione insieme al papà del loro figlio, descriveva A.B.C., onlus che ha lo scopo di dare il più ampio e articolato sostegno a bambini che – in età diversa – hanno bisogno di interventi presso il Burlo. Lei era la mamma di uno di questi.
Dietro di lei potevo vedere la sofferenza e il disagio di quei piccoli e dei genitori angosciati e spaventati dal peso e dalla responsabilità di accompagnare quella nuova esistenza: amata ancora di più, ma con una strada tutta in salita e piena di incognite dolorose.
Come ha preso la decisione di fare un lascito testamentario ad A.B.C.?
Anche io ho dovuto affrontare dei ricoveri in giovane età. Ho subito un trapianto di rene a Bruxelles, e all’epoca le richieste di questo percorso terapeutico che apre nuove prospettive di vita al posto della dialisi- inaccettabile per bambini e giovani – non erano molte. I Centri che lo facevano solo 2-3, al Nord, bisognava quindi migrare…
La clinica dove sono stata era associata una struttura di accoglienza era immersa nel verde e la ricordo con gioia e infinita riconoscenza.
Dopo la fatica dei controlli, ritrovare la tranquillità di una casa per riunire la famiglia e poter riequilibrare fatiche e tensioni provate, era come una ricarica di energia per i giorni successivi.
Cosa si aspetta di realizzare grazie al suo lascito solidale?
Questa mia particolare esperienza di vita ha potuto svolgersi grazie al sostegno, alla guida e saggezza di mia madre, una persona piena di luce e profonda spiritualità.
So quanto sia importante il sostegno psicologico dato alla famiglia. È un infinito bisogno: più si snodano i timori e le angosce (come li conosco bene!) più la vita rinasce in tutti.
Ecco i motivi per cui donare la nostra casa ad A.B.C. mi è sembrata una buona, meditata decisione.
M.L. con il suo gesto farà vivere per sempre i valori in cui crede, stando al fianco dei bambini chirurgici e delle loro famiglie durante tutto l’iter di cura, offrendo assistenza, accoglienza, sostegno emotivo e psicologico.