L’importanza dell’ascolto per i genitori dei bambini chirurgici

L’importanza dell’ascolto per i genitori dei bambini chirurgici

In ospedale ci si disorienta. Nonostante ci siano scritte e indicazioni che segnano i percorsi attraverso i reparti e gli ambulatori, questi non bastano. Una mamma e un papà che accompagnano il proprio figlio, qualsiasi età abbia, ad affrontare un intervento chirurgico, fanno difficoltà a trovare la strada in ospedale. Probabilmente è quella strada che non si riesce a riconoscere tra ansia, angoscia, paura e preoccupazione per l’ intervento chirurgico.

I pensieri dei genitori vanno cercati tra il ricovero in una stanza d’ospedale, la sala operatoria, le flebo, i cateteri e la degenza; fa male immaginare prima e vedere poi il proprio bambino diventare il protagonista di tutto ciò. Ci vorrebbe un cartello stradale che  riesca a indicare il percorso da seguire, un cartello fatto su misura per ogni famiglia ricoverata e che possa servire da riferimento per i genitori, un punto fermo intorno al quale ci si possa orientare.

Credo che nel reparto di chirurgia ci sia. Non è proprio un cartello stradale ma uno psicologo, la funzione, molte volte è la stessa però. Oltre all’accoglienza fatta dai medici con la cartella clinica e a quella fatta dagli infermieri che aiutano la famiglia a “sistemarsi” nella stanza, lo psicologo è lì a smascherare e disfare le le preoccupazioni dei genitori oltre a quelle dei figli. Il tempo trascorso in reparto con lo psicologo, offre ai genitori la possibilità di avere un posto, nello spazio dell’ascolto, in cui riconoscere i timori e, a volte, la profonda angoscia per l’intervento che si annuncia vicino.

Poterne parlare, per i genitori può significare riuscire a pensare a ciò che stanno vivendo senza negarlo e senza disperarsi. Solamente quando le parole riescono a esprimere i pensieri e i sentimenti, allora questi vengono riconosciuti e ridimensionati. Tutto questo spesso accade perché le parole vengono accolte dallo psicologo. A volte vengono conservate preziosamente, più spesso vengono riorganizzate insieme e allora tutto sembra più sopportabile, l’intervento chirurgico sembra possibile e la speranza ritorna più forte. A volte capita che lo psicologo debba proprio smantellare le parole dei genitori perché queste potrebbero confondere sia loro che il loro figlio e potrebbero ostacolare il percorso chirurgico. A volte, invece, certe parole accompagnano i fraintendimenti o le illusioni, una delle cose più pericolose che ci sia. L’intervento dello psicologo, qui, ha una funzione preventiva rispetto alle conseguenze che può portare una esperienza chirurgica vissuta in modo traumatico.

Ecco, credo che il valore dell’ascolto da parte dello psicologo sia proprio questo,  prevenire i disagi futuri, non solo per chi subisce l’ intervento chirurgico ma per tutta la famiglia.

Dottoressa Rosella Giuliani