Casa: corpo, luogo e cuore

Casa: corpo, luogo e cuore

Abbiamo tutti uno o più sogni nel cassetto. Il  mio? Una famiglia ma soprattutto un figlio a cui volevo dare lo stesso amore che mia madre aveva dato a me! Da quando ho saputo di essere incinta ho vissuto per un periodo in una bolla di allegria dove esistevamo solo io e il mio fagiolino. Tutto è cambiato dopo il quinto mese, in quel periodo, infatti, è iniziata una corsa ad ostacoli che tuttora stiamo affrontando. All’inizio, c’era un ostacolo dietro l’altro, la corsa ci lasciva senza fiato. Col passare degli anni gli ostacoli si sono diradati ed il nostro respiro si è fatto più regolare.

In questi otto anni abbiamo vissuto un’esperienza che ci ha segnato ma nello allo stesso modo ci ha insegnato. Noi facciamo parte delle persone che vive la necessità di quella che viene definita “migrazione sanitaria” e, venendo da fuori Trieste, ci siamo trovati ad affrontare molti problemi logistici. Durante la gravidanza nella mia stanza si è presentata una signora minuta con un camice e un gran sorriso sul viso, presentandosi mi disse che faceva parte di una Associazione che aiutava le famiglie durante il percorso ospedaliero. Da lì è nato il nostro rapporto con ABC. L’Associazione, ci ha garantito un supporto psicologico e un tetto che noi tutt’oggi chiamino casa, tale è il nostro affetto per quelle mura. E’ difficile associare la parola casa con la parola Ospedale perché sembra che i due termini stridano terribilmente, ma Trieste prima di essere un luogo è uno spazio che ci portiamo dentro! Casa e un corpo ideale che ci contiene, ci accoglie e ci protegge. Casa e un luogo reale che quotidianamente amiamo e odiamo, sospesi fra protezione e avventura! E’ li che noi diamo sfogo alle emozioni e agli stati d’animo che teniamo dentro quando ci troviamo davanti ai nostri figli. Grazie ABC per averci regalato l’essenza dell’essere a casa, la nostra migrazione spesso lunga e faticosa, è resa più lieve dal sapere che troveremo ad accoglierci un nido