Ricoverare significa accogliere

Ricoverare significa accogliere

Quando si immagina l’ingresso in ospedale si pensa ad un atto amministrativo: l’esame, l’anamnesi iniziale, la preparazione per un intervento. Avviene, invece, un incontro tra persone, molto rilevante per il futuro rapporto tra famiglia e staff medico. La comunicazione è veicolata, per l’80%, non verbalmente: il corpo, la mimica, il tono di voce si esprimono per noi.

Riflettendo su questo tema, si comprende l’importanza dell’accoglienza per raggiungere, nel migliore dei modi, l’obiettivo per cui la famiglia si trova davanti a noi: risolvere un problema di salute!

I timori di affrontare l’intervento possono costituire un ostacolo; al contrario, il sorriso dell’operatore, contraccambiato dal genitore, viene registrato immediatamente dal bambino e può essere un primo passo per diminuire la paura e aumentare la fiducia. Nel dizionario la parola «accogliere» viene associata a due sinonimi: «ricevere» e «ospitare». Pensando alla nostra situazione di operatori sanitari, credo che ci dovremmo porre la domanda: l’ospedale, il reparto, lo staff ospitano/ricevono paziente e famiglie? La riposta dovrebbe essere sempre un fermo SI, ma per poter creare questa condizione sono importanti il personale, le strutture, le competenze, gli strumenti.

 

C’è anche dell’altro, però, e alcuni incontri preziosi hanno messo a fuoco queste intuizioni! Giusy, Luca e Riccardo sono stati per me conoscenze speciali. Da un loro desiderio: «Cosa possiamo fare per aiutare questo reparto che ci ha accolti?»; e da una mia proposta: «Perché non fondate un’Associazione?», si è generata A.B.C. Due sono stati i progetti iniziali: il sostegno psicologico in diagnosi prenatale e l’aiuto logistico alle famiglie. Da allora A.B.C. non si è mai fermata offrendo, rispettivamente: a ciò che sapevo della parola accoglienza sfumature mai esplorate; alla mia mente riflessioni nuove su cosa possa aiutare una famiglia; alla mia vita un esempio personale di come una condizione di salute complessa possa generare un progetto che si apre agli altri. Grazie A.B.C.! Perché la sinergia tra ospedale e Associazione ha creato un solido percorso comune verso l’accoglienza (non solo il ricovero) in ospedale.