Quello che ho donato resta nelle mani di tutti

Quello che ho donato resta nelle mani di tutti

La protagonista della voce dei volontari di oggi è Renata, che ci racconta come si è avvicinata ad A.B.C., quali sono state le prime esperienze vissute assieme all’Associazione ed infine come si è sentita quando è entrata a far parte del gruppo delle magliette rosse! Il legame tra Renata ed A.B.C. nasce dalla condivisione, attraverso le bomboniere solidali, di un momento felice della sua famiglia, ed inizia proprio così….

Sparirà con me ciò che trattengo, ma ciò che avrò donato, resterà nelle mani di tutti”, era questa la frase che abbiamo fatto stampare sulle pergamene per la Prima Comunione di nostro figlio quest’anno, pergamene fatte con A.B.C. Ed è proprio quello che si sente quando si dona agli altri un po’ del proprio tempo, un po’ del proprio impegno, della propria passione: si sente di aver creato qualcosa, nutrito, arricchito. E, come già hanno detto altri volontari prima di me: l’effetto benefico è reciproco, ci si sente arricchiti a donare! Ed è proprio questo il bello e la forza trainante del volontariato!

Avevo conosciuto A.B.C. 10 anni fa, per caso: per diversi anni ho ordinato per me e i colleghi d’ufficio le cartoline natalizie dell’Associazione. Vi sembrerò infantile, ma posso dire che anche aprire il pacchetto postale contenente le cartoline natalizie  – era una gioia! Poi, quando sono nati i nostri due figli abbiamo partecipato con grande entusiasmo alle feste di Primavera che A.B.C. organizzava a fine maggio in uno dei castelli della regione.

C’erano giochi, spettacoli, trucca-bimbi e laboratori per bambini e vi partecipavano tutti, a prescindere dalle difficoltà fisiche. Ogni volta tornavo a casa con una grande sensazione di serenità e felicità. Ero affascinata dalle famiglie coraggiose che affrontano la vita difficile con un bambino bisognoso di cure: avevano sempre il sorriso stampato in viso! Sembravano molto più forti e sereni di me che non ho, fino a prova contraria, alcun problema di salute in famiglia.

I miei “problemi” quotidiani erano e sono bazzecole in confronto! Ammiravo gli organizzatori dell’Associazione, i volontari, le magliette rosse…erano sempre cordiali, di buon umore, col sorriso.  Era contagioso il sorriso dei volontari e delle famiglie, per non parlare dei bambini che in quelle occasioni non sembrano assolutamente pensare ad altro che essere splendide creature spensierate! Che belle sensazioni mi portavo a casa! Come facevo a non affezionarmi a questa Associazione?

Questa esperienza mi ha fatto capire molte cose, ma la più importante è che spesso in queste situazioni difficili che possono capitare a tutti nella vita sono i bambini quelli che sostengono i genitori e che fanno capire loro che per essere felici basta poco. Basta stare assieme.

E poi, quando sono andata a ritirare le suddette pergamene per la Prima Comunione, ho finalmente bussato alla porta. Sono stata accolta con calore a braccia aperte e quindi mi sono messa anche subito a disposizione per il volontariato in reparto. Per un attimo ho pensato che forse potrei reagire male a vedere bambini sofferenti, essendo io molto sensibile sul tema da quando sono diventata madre. Ma stranamente non avevo paura di entrare nelle stanze dell’ospedale, non avevo il timore di non potercela fare. Sarà perché le volontarie più “anziane” (solo di servizio…) mi hanno fatto stare bene, serena. Sarà perché comunque ho una gran fiducia nei medici e quindi ritengo i bambini nel reparto siano in buone mani.

Ma penso sia soprattutto per quel magico effetto boomerang, quello che ti restituisce subito la gioia del donare, che ho subito sentito di aver preso la decisione giusta. Avevo trovato quella soddisfazione che cercavo. Non è affatto difficile donare un po’ del proprio tempo, impegno, della propria passione. E il compenso è grandioso in confronto. Voglio ringraziare A.B.C. per avermi accolta e tutti i bambini e tutte le famiglie che con il loro sorriso, in verità, ogni volta fanno un regalo a me!