Curare è prendersi cura?

Curare è prendersi cura?

Il telefono squilla in continuazione nella segreteria dell’ambulatorio di Medicina Fetale e Diagnosi Prenatale dell’Istituto per la salute materna e infantile IRCCS Burlo Garofolo di Trieste.

Ogni giorno arrivano richieste di consulenze ecografiche per accertare le condizioni di salute fetale.

È da quel momento che viene accolta una mamma, quindi un bambino non ancora nato, ma del quale alcuni adulti hanno già cominciato a preoccuparsi e a occuparsi.

È facile, quasi scontato, comprendere quanto si possano preoccupare i futuri genitori per le condizioni di salute del proprio bambino, ma non è facilmente immaginabile che anche gli operatori vivano una preoccupazione.

Questo accade perché spesso l’ostetrica, o l’infermiera, che risponde al telefono per un appuntamento di consulenza ecografica prenatale, raccoglie anche le ansie e le angosce della paziente che frequentemente, in quel momento, aggiunge particolari della propria storia personale e ha bisogno di sentirsi accolta e sostenuta sin dall’inizio di un percorso sanitario spesso lungo e travagliato. L’operatrice sanitaria, quindi, si trova a cercare toni e parole che possano aiutare chi si trova dall’altra parte del telefono ad abitare un momento complicato della propria vita.

Già da quella telefonata le operatrici cominciano a «prendersi cura» di chi è in una condizione di bisogno: la paziente, la coppia con il piccolo bambino non ancora venuto alla luce.

In un secondo momento, quando durante l’ecografia la ginecologa accerta la salute fetale o la malformazione, è chiamata a comunicare alla coppia la sua diagnosi. La dottoressa di nuovo deve rintracciare le parole, il modo e un tempo affinché i pazienti comprendano la realtà che si prospetta dinanzi a loro.

In tutto l’ospedale e in un ambulatorio come questo il curare non equivale a prendersi cura: oltre a curare un sintomo o una parte del corpo, «prendersi cura» prevede di accogliere completamente l’altro, con le sue inquietudini, i timori e le difficoltà.

 

Dottoressa Rosella Giuliani, Psicologa Psicoterapeuta, Referente del progetto di sostegno psicologico dalla diagnosi prenatale