Vita in ospedale con A.B.C.

Vita in ospedale con A.B.C.

Un giorno al Burlo

C’è un mondo che spesso rimane nascosto: il reparto di Chirurgia dell’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste. Ce lo racconta la Dott.ssa Angela Camelio, psicologa A.B.C., che è presente quotidianamente in reparto per dare supporto emotivo a genitori e bambini costretti a vivere dei periodi di ospedalizzazione più o meno lunghi.

La libertà di scelta in reparto

La Dott.ssa Camelio ci racconta come i volontari entrino nelle diverse stanze spingendo il carrellino A.B.C. pieno di giochi, libri e materiale per colorare o creare. Potrebbe sembrare banale, ma questa attività apparentemente semplice delle Magliette Rosse – così sono stati ribattezzati i volontari A.B.C. – regala la possibilità a genitori e piccoli pazienti di riappropriarsi della propria dimensione umana.

Una importante riflessione, prosegue, va affrontata sulla scelta personale. La libertà di scelta che si va a perdere nel contesto ospedaliero, in cui ci si sente impotenti. Tramite il gioco e la conversazione è possibile riappropriarsi della propria vita. Per i genitori la possibilità di scegliere di raccontare quanto sta succedendo, oppure parlare di altro, è importante per far prendere consapevolezza della parentesi familiare e personale che si sta attraversando e focalizzarsi su un dopo, un fuori dal reparto.

Anche il gioco assume per i bambini un’importanza inestimabile, poiché per i bambini significa riprendere il controllo e da oggetto di cura ridiventare soggetto in grado di controllare la situazione che sta vivendo, stravolgere le regole del gioco e addirittura dimostrare quanto la propria forza possa essere maggiore di quella di un adulto. E così anche rivendicare e compensare quello che nella realtà i piccoli pazienti sono costretti a vivere.

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