Venire alla luce
Giorno di Natale 2018.
Al mattino mentre preparo la colazione, Elena esce dal bagno visibilmente scossa, sorpresa, felice: aspettiamo un bambino, dice. L’emozione che proviamo è sinceramente indescrivibile, diventeremo genitori. Un sogno che sta per divenire realtà. Da qui, e per i sette mesi successivi, viviamo in preparazione a questo evento, visite mediche puntuali e acquisti per il nascituro.
Ma al settimo mese, durante l’ecografia, emerge un problema. Il bambino può morire, il mondo ci crolla addosso. Dovete recarvi a Trieste, all’ospedale Burlo Garofolo, per una visita specialistica, dice incredula e preoccupata la nostra gentile ginecologa, la dottoressa Tamburello: noi non capiamo nulla di quello che può avere il nostro bimbo. Arrivati a Trieste, siamo accolti dallo staff della dottoressa Stampalija. Ci viene presentata la dottoressa Fantasia: conoscendo il nostro problema ci mette subito a nostro agio, con professionalità esegue l’ecografia e senza allarmarci ci conferma il problema. Intanto ci viene presentata una psicologa, la dottoressa Giuliani dell’associazione A.B.C., la quale fino alla fine ci starà vicino, regalandoci consigli preziosi su come affrontare il nostro percorso.
Continuiamo con le visite di controllo, sempre attorniati da medici molto cordiali, amichevoli ed estremamente professionali. Alla fine ci fanno accomodare in una stanza dove, davanti a una equipe medica, con calma ci spiegano che nostro figlio soffre di ernia diaframmatica. Subito il caso appare grave, ma risolvibile con importanti percentuali di successo. Dopo qualche minuto di terremoto emotivo decidiamo di affrontare questa sfida. Aiutati dall’associazione A.B.C. ci trasferiamo a Trieste dove ogni settimana, fino al parto, saremo seguiti da medici e infermieri per i controlli di routine, gli esami tecnici e di laboratorio, l’assistenza psicologica: tutti sempre disponibili a qualsiasi spiegazione sul nostro caso. Fortunatamente arriva il giorno del parto programmato, che avverrà alla trentanovesima settimana in modo naturale. Da qui, la presa in carico presso il reparto TIN del Burlo, diretto dal dottor Risso.
In reparto ci viene presentato il direttore della struttura chirurgica del Burlo, un luminare, il dottor Schleef, considerato un «mago» della chirurgia pediatrica. Assieme decidono di operare il piccolo dopo due giorni dalla nascita, l’operazione durerà circa due ore. Per noi genitori sembrano due anni. Appena conclusa, il dottor Schleef viene subito da noi e con un sorriso ci spiega che è andato tutto bene, bisogna però aspettare almeno una o due settimane per monitorare la reazione del bambino. Trascorriamo i successivi diciannove giorni assistiti giorno e notte da infermieri e medici, pieni di professionalità e di pazienza. Finalmente il 20 di settembre possiamo tornare a casa con Riccardo: un campione, un lottatore, bello e sano. Il nostro orgoglio, sembra non abbia mai avuto nulla. Sappiamo di essere stati fortunati, e di cuore desideriamo RINGRAZIARE tutte le persone coinvolte. Siete fantastici, sapere che esistete ci fa vivere più sereni.
Elena e Davide