Perché fare volontariato?

Perché fare volontariato?

Da circa 3 mesi sto facendo l’esperienza di volontariato in reparto. Durante il pomeriggio di solito si passa camera per camera, dall’inizio alla fine del reparto, portando con sé libri, regalini, fogli, pennarelli, fantasia, sorrisi, chiacchere e sostegno per bambini/e, ragazzi/e e genitori che si trovano dentro a quelle stanze. A volte ci sono situazioni toccanti, altre più leggere e altre ancora più delicate. Ultimamente mi sono sentita fare spesso la domanda “Perché lo fai?” e ci ho riflettuto un po’ su.

Di getto si potrebbe rispondere perché è una bella esperienza ed è divertente! Che al giorno d’oggi sono le motivazioni che stanno dietro alla maggior parte delle attività che facciamo o che vogliamo fare. Ma di fatto andare in reparto ti fa vedere un mondo insolito, non quotidiano e poco bello. E può anche non essere divertente in certe giornate. Ti confronti con le sofferenze di qualcuno. Ma comunque a fine turno permane una sensazione particolare che non si sa spiegare, che ti fa stare bene, una sensazione che scaturisce da qualcos’altro. Non per forza la bellezza e il divertimento devono essere l’unità di misura della vita e delle nostre esperienze. C’è ben altro!

“Non per forza la bellezza e il divertimento devono essere l'unità di misura della vita e delle nostre esperienze”

Come la soddisfazione o il ricevere la gratitudine da qualcuno in difficoltà. Due cose che sicuramente appartengo all’esperienza del volontariato in reparto. Ma si aggiunge un’altra cosa ancora, che penso possa essere tra tutte quella maggiormente piacevole e motivante. Il conoscere una nuova parte di sé stessi, un aspetto di noi che prima non sapevamo esistesse. Si vivono così tante esperienze diverse, belle e brutte, si conoscono talmente tante storie, vite, dolori, successi piccoli o grandi che siano, emozioni intense, che ci si riscopre nuovi, con un qualcosa in più.

 Il tutto risuona in qualche modo dentro di noi e crea qualcosa che fino a poco prima di entrare in reparto non sapevamo di avere o essere. Coraggiosi, pazienti, gentili, consolatori, ascoltatori, divertenti, giocherelloni, empatici, sensibili, amici. Proprio quel mondo insolito e nuovo fa svelare noi stessi. Ampliamo la nostra consapevolezza tramite ciò che vediamo e le risposte che sentiamo partire da dentro. È ovvio che non tutto quello che ci circonda è facile da digerire. Ci confrontiamo con bambini che provano dolore, che hanno cicatrici e tubicini un po’ ovunque, genitori stanchi e provati, che a volte soffrono di solitudine o hanno paura. Ma anche questo fa scoprire in sé, lati che forse non conoscevamo. Anche uno scombussolamento ci fa conoscere il nostro lato più sensibile. Riuscire a reggere le lacrime di una persona, accogliere paure e lamentele o fare i conti con il senso di impotenza. Anche affrontare cose poco belle e difficili, ci fa stare bene. Anche se qualcosa non è divertente, ci può lasciare una sensazione di benessere. Marie von Ebner-Eschenbach diceva: “Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime”. Perchè fare volontariato? Direi perchè è proprio un bel soffio sull’anima.

"Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime"