Arrivò il giorno in cui G. sarebbe stato dimesso, e G. mi disse “vuoi vedere la mia cicatrice?” non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che lui già me la stava mostrando. La scena dall’esterno appariva così: la madre impallidita davanti alla cicatrice, G. con un sorriso a 32 denti e con un’espressione fiera teneva alzata la maglietta per scoprire lo stomaco, ed io che esclamo “Ma è fighissima”, lo dissi in maniera spontanea e d’impulso ma era vero! In quei giorni passati con lui mi sono reso conto della sua forza e di come riusciva ad affrontare quella situazione con coraggio. Voglio ricordare che il coraggioso non è colui che non ha paura ma colui che riesce a superarla. Davanti ai miei occhi era un guerriero e come ogni guerriero che si rispetti, aveva una cicatrice che può mostrare con fierezza e senza timore. Ci salutammo, era ora che G. tornasse a casa, non mancarono le lacrime e ad essere sinceri la notizia che G. sarebbe stato dimesso fu dolceamara perché ovviamente eravamo felici che tornava a casa ma allo stesso tempo eravamo tristi perché non ci saremmo più visti ogni giorno.